Riforma del Settore Ippico Italiano 2025: Una nuova era per il mondo delle corse

17 Apr , 2025 - betting guide

Riforma del Settore Ippico Italiano 2025: Una nuova era per il mondo delle corse

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Il 2025 segna un punto di svolta per l’ippica italiana. Dopo anni di progressivo declino – con la raccolta scommesse dimezzata rispetto ai fasti dei primi anni 2000 – il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) ha finalmente messo in campo una strategia organica per rivitalizzare un settore che rappresenta non solo un’attività economica, ma un patrimonio culturale del nostro Paese con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e rafforzare quegli impianti ritenuti strategici e nazionali, incentivando gli altri a investire per migliorare la propria posizione.

E non poteva essere altrimenti. L’ippica italiana, che ha dato i natali a fantini e driver di fama mondiale e a campioni equini celebrati oltre confine, meritava un intervento deciso dopo anni di politiche frammentarie e finanziamenti insufficienti. La riforma introdotta quest’anno sembra finalmente cogliere nel segno, affrontando i nodi strutturali che hanno rallentato lo sviluppo del settore.

Sovvenzioni e investimenti: la nuova architettura finanziaria

Il MASAF ha compiuto un passo concreto stanziando 44 milioni di euro per l’anno in corso – una cifra significativa, pur non risolutiva, che rappresenta un segnale di discontinuità rispetto al passato. La ripartizione di questi fondi merita un’analisi approfondita: 37 milioni sono destinati a sovvenzioni dirette, mentre 7 milioni andranno a finanziare investimenti strutturali.

Questa distinzione non è casuale. Se le sovvenzioni dirette rappresentano un supporto immediato per la sopravvivenza economica degli operatori, è negli investimenti strutturali che si gioca la vera partita del rilancio. Migliorare la qualità degli impianti, modernizzare le strutture e potenziare i servizi offerti al pubblico sono interventi indispensabili per riportare gli spettatori negli ippodromi e, di conseguenza, rivitalizzare l’interesse per le scommesse ippiche.

Il Sottosegretario al MASAF con delega all’ippica, Patrizio La Pietra, ha sottolineato l’importanza di questo cambiamento, definendolo “un provvedimento per certi versi epocale e innovativo che cambia e rivoluziona il rapporto tra il Ministero e le Società che gestiscono gli oltre 35 ippodromi nazionali“. Un’affermazione che dimostra la volontà politica di imprimere una svolta significativa al settore.i verso fonti in lingua inglese o community specializzate all’estero. In un mercato maturo come quello italiano, questa carenza è incomprensibile.aggio competitivo decisivo.

La classificazione degli ippodromi: meritocrazia e competizione

Una delle innovazioni più rilevanti della riforma è la nuova classificazione degli impianti in quattro categorie: strategici, nazionali, regionali e promozionali. In tutto sono 41 gli ippodromi attivi in Italia, suddivisi fra trotto (25) e galoppo (16). Questa suddivisione – che determina l’accesso ai finanziamenti – non è statica, ma dinamica.

Gli ippodromi possono migliorare la propria posizione attraverso investimenti e innovazioni, in un sistema che premia l’efficienza gestionale e la capacità di attrarre pubblico. È un approccio meritocratico che rompe con le logiche del passato, spesso basate su criteri clientelari o su rendite di posizione consolidate.

Ma come funziona concretamente questo sistema? La classificazione si basa su un modello decisionale multicriterio, sviluppato anche con la collaborazione dell’Università Parthenope di Napoli, che tiene conto delle informazioni fornite dalle società di corsa. Gli ippodromi vengono valutati secondo parametri oggettivi: qualità delle strutture, calendario delle corse, affluenza media di pubblico, volume di scommesse generato, servizi offerti agli spettatori e professionalità dello staff.

La classificazione pubblicata dal Direttore Generale dell’Ippica Remo Chiodi sarà rivalutata annualmente entro il 31 ottobre di ogni anno. Inoltre, sarà istituita per la prima volta la Commissione di valutazione della qualità degli impianti, delle strutture e dei servizi dedicati alle corse negli ippodromi.

È un meccanismo che sta già stimolando una sana competizione tra gestori. Diversi ippodromi hanno già presentato piani di riqualificazione che prevedono l’integrazione di spazi per eventi culturali e aree di ristorazione di qualità, con l’obiettivo dichiarato di migliorare la propria posizione nella classificazione nei prossimi anni.

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Il “Take Five Plus”: più che un gioco, una rivoluzione

L’introduzione del “Take Five Plus” rappresenta forse l’aspetto più innovativo della riforma dal punto di vista delle scommesse. Questo nuovo gioco, che sostituisce il precedente “Quintè”, introduce meccanismi più coinvolgenti come jackpot progressivi e categorie multiple di vincita, pensati per catturare l’attenzione di un pubblico più giovane. Il nuovo formato è stato presentato ufficialmente in occasione della celebrazione dei 150 anni dell’Ippodromo di Modena, alla presenza del sottosegretario al MASAF Patrizio La Pietra.

Il “Take Five Plus” non è solo un restyling superficiale. È stato progettato dopo un’attenta analisi delle tendenze globali nel mondo delle scommesse e si ispira ai format che hanno riscosso maggior successo in paesi dove l’ippica mantiene un appeal significativo, come Francia e Giappone.

La vera innovazione risiede nel sistema di quote dinamiche, che possono aumentare in tempo reale in base al volume delle scommesse, creando momenti di grande eccitazione soprattutto nelle fasi finali prima della partenza. Una modalità che riprende quanto accade nelle scommesse live di altri sport e che potrebbe riavvicinare al mondo ippico una fascia di pubblico che negli anni si è spostata verso altri tipi di scommesse sportive.

L’unificazione dei totalizzatori: semplificazione e maggiore liquidità

Parallelamente, il MASAF sta lavorando per unificare i due sistemi di totalizzatore esistenti, “Ippica Nazionale” e “da Agenzia”, sia sul canale fisico che online, con lo scopo di far lavorare l’intera rete commerciale su prodotti più semplici e attrattivi per gli scommettitori. È un intervento tecnico ma dalle importanti implicazioni pratiche.

La frammentazione attuale, con due circuiti separati, ha creato confusione tra gli scommettitori e, soprattutto, ha diluito il volume delle giocate, riducendo l’attrattività delle quote. I dati del 2024 hanno mostrato un marcato calo del gioco al totalizzatore, sia quello d’agenzia che quello dell’ippica nazionale, rispettivamente del 9,41% e del 5,45%, compensato però dalla crescita del gioco a quota fissa che è aumentato del 5,75%. L’unificazione dovrebbe portare a un pool di scommesse più consistente e, di conseguenza, a potenziali vincite più elevate.

Già in passato, proposte legislative avevano previsto l’unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche, con l’adozione di criteri e modalità tecniche di gestione e di ripartizione tali da assicurare un prelievo medio ponderato su base annua compreso tra il 24 e il 26 per cento della raccolta.

Questa semplificazione risponde anche a una logica di modernizzazione tecnologica. Un sistema unificato permetterà implementazioni più rapide di nuove funzionalità, una maggiore integrazione con le piattaforme di scommesse online e, non ultimo, un controllo più efficace contro possibili infiltrazioni illecite.

FAQ – Domande Frequenti

  • Qual è l’obiettivo principale della riforma del settore ippico italiano nel 2025?

    L’obiettivo primario è rivitalizzare l’intero comparto attraverso un approccio organico che comprende: investimenti mirati per modernizzare le strutture, nuove iniziative di scommessa per attrarre un pubblico più ampio, miglioramento della governance con maggiore partecipazione degli stakeholder, e integrazione di tecnologie avanzate per migliorare l’esperienza degli appassionati.

  • Come vengono assegnate le sovvenzioni agli ippodromi?

    Le sovvenzioni vengono distribuite secondo un nuovo sistema di classificazione che suddivide gli ippodromi in quattro categorie: strategici, nazionali, regionali e promozionali. Questa classificazione, che determina l’accesso ai finanziamenti, non è statica ma dinamica, permettendo agli impianti di migliorare la propria posizione attraverso investimenti e innovazioni. Il processo valutativo si basa su parametri oggettivi come la qualità delle strutture, il calendario delle corse, l’affluenza media e il volume di scommesse generato.

  • Cosa cambia con l’introduzione del “Take Five Plus”?

    Il “Take Five Plus” sostituisce il precedente “Quintè”, introducendo meccanismi più coinvolgenti come jackpot progressivi e categorie multiple di vincita. La vera innovazione risiede nel sistema di quote dinamiche, che possono aumentare in tempo reale in base al volume delle scommesse, creando momenti di grande eccitazione prima della partenza. Questo formato si ispira ai modelli di maggior successo a livello internazionale ed è progettato per attrarre un pubblico più giovane, abituato alle dinamiche interattive dei giochi online.

  • Quali sono le principali criticità sollevate dagli operatori del settore?

    Le preoccupazioni principali riguardano: la concentrazione dei fondi sugli ippodromi strategici e nazionali, che potrebbe creare un’ippica a “due velocità” penalizzando le strutture minori; l’incertezza sui tempi di attuazione della riforma, che frena gli investimenti privati; la necessità di una governance più inclusiva e rappresentativa dei diversi interessi del settore; e la sostenibilità economica di lungo periodo, con l’obiettivo di ridurre progressivamente la dipendenza dalle sovvenzioni pubbliche.

  • Come viene tutelato il benessere degli animali nelle corse ippiche?

    La riforma introduce norme più stringenti sul benessere equino, in linea con le crescenti sensibilità etiche della società. In particolare, sono stati modificati i regolamenti sull’uso della frusta nelle corse al trotto, con il principio fondamentale che lo strumento rimane un elemento di sicurezza per il jockey o il guidatore, ma deve essere usato esclusivamente per sollecitare il proprio cavallo e solo con un movimento del polso. Inoltre, sono previsti finanziamenti dedicati al miglioramento delle strutture per il benessere equino negli ippodromi e sistemi di monitoraggio veterinario avanzati. Nel 2023 è stato anche approvato un nuovo regolamento antidoping che elenca le sostanze e i metodi proibiti e definisce i compiti dei veterinari.

Le implicazioni etiche e sociali: l’ippica nel contesto contemporaneo

Una riforma che guardi al futuro non poteva ignorare le crescenti sensibilità in tema di benessere animale. Negli ultimi anni il MASAF si sta impegnando sempre di più per garantire il benessere dei cavalli. Nel 2023 è stato approvato il nuovo regolamento antidoping che elenca le sostanze e i metodi proibiti e definisce i compiti dei veterinari.

Nel corso del 2024 si è aggiunto un nuovo provvedimento relativo alle corse al trotto: l’Uet, l’Union Européenne du Trot, ha infatti approvato il nuovo regolamento sull’uso della frusta nelle corse al trotto. Il principio fondamentale della normativa verte sul fatto che lo strumento rimane un elemento di sicurezza per il jockey nel trotto montato o per il guidatore in sulky, ma che deve essere usata esclusivamente per sollecitare il proprio cavallo e solo con un movimento del polso.

Le nuove norme prevedono limiti stringenti sulla lunghezza degli attrezzi e sulle modalità di utilizzo. L’uso improprio viene sanzionato con severità crescente: si parte da ammonizioni, per arrivare a sospensioni e, nei casi più gravi, al ritiro della licenza.

È un cambiamento culturale importante, che allinea l’Italia alle best practice internazionali e risponde alle preoccupazioni di una società sempre più attenta al rispetto degli animali. Ma non si tratta solo di regolamenti: la riforma prevede anche finanziamenti dedicati al miglioramento delle strutture per il benessere equino negli ippodromi, come aree di riposo più ampie, percorsi di allenamento con fondi speciali e sistemi di monitoraggio veterinario avanzati.

Come ha sottolineato Elena Lucchini, deputata della Lega, capogruppo nella commissione Ambiente, territorio, lavori pubblici, e prima firmataria della proposta di legge “Nuova Primavera” per la tutela della salute psicofisica dei cavalli: “Per il rilancio dell’ippica sono prioritarie tre mosse: rimettere il cavallo e appunto il suo benessere al centro del progetto, […] riqualificarla nell’immagine, nei fatti, nella credibilità, vendibilità, accessibilità e nello spettacolo riportando il tutto a dimensione di sport, passione, aggregazione, socialità e divertimento“..

Inclusività e partecipazione: verso una governance più democratica

Un altro tema rilevante riguarda la governance del settore. Le associazioni di categoria hanno chiesto l’istituzione di una Commissione Tecnica per le Scommesse composta da esperti del settore indicati dalle categorie ippiche e guidata dal Direttore Generale per l’Ippica, con accesso alle banche dati del gioco pubblico per monitorare i risultati, proporre modifiche ai giochi ippici e introdurre nuove proposte.

La richiesta è legittima e riflette un principio fondamentale: le decisioni che impattano su un intero settore dovrebbero coinvolgere tutti gli stakeholder. Allevatori, proprietari, fantini, gestori di ippodromi e operatori delle scommesse hanno prospettive diverse e complementari, che potrebbero arricchire il processo decisionale.

Il MASAF sembra aver recepito questa istanza, prevedendo nella riforma l’allargamento della Commissione a rappresentanti delle varie componenti del mondo ippico. Una decisione che, se implementata efficacemente, potrebbe portare a politiche più equilibrate e condivise.

La partecipazione, del resto, è strettamente legata alla trasparenza. La riforma include anche la creazione di un portale online dedicato, dove tutte le informazioni relative ai finanziamenti, alle classificazioni degli ippodromi e alle decisioni della Commissione saranno accessibili al pubblico. Un passo importante verso una gestione più aperta e verificabile.

La disparità tra ippodromi: il rischio di un’ippica a due velocità

Nonostante gli aspetti positivi, la riforma non è esente da criticità. Una delle preoccupazioni principali riguarda la concentrazione dei fondi sugli ippodromi strategici e nazionali, che potrebbe accentuare il divario con le strutture regionali e promozionali.

Il rischio è quello di creare un’ippica a due velocità: da un lato pochi impianti d’eccellenza, dall’altro una rete di strutture minori in perenne affanno economico. Questa polarizzazione potrebbe portare alla chiusura degli ippodromi più piccoli, con ripercussioni negative sul tessuto sociale ed economico dei territori, soprattutto in aree già svantaggiate.

Come trovare un equilibrio tra meritocrazia e inclusività? La soluzione potrebbe risiedere in un sistema di quote riservate agli impianti minori all’interno dei finanziamenti complessivi, o nell’introduzione di incentivi specifici per progetti di riqualificazione presentati da ippodromi regionali e promozionali, magari in collaborazione con enti locali o investitori privati.

Alcune realtà stanno già sperimentando modelli alternativi. Vari ippodromi di dimensioni medie hanno sviluppato interessanti piani di integrazione con attività agricole e turistiche locali, trasformandosi in poli multifunzionali che generano entrate diversificate e non dipendono esclusivamente dalle corse e dalle scommesse.

I tempi di attuazione: l’incertezza che frena gli investimenti

Un’altra criticità riguarda i tempi di attuazione della riforma. Il percorso legislativo per l’inclusione delle misure nel “Collegato Agricolo” è ancora in corso. L’inserimento delle proposte di riforma nel prossimo “Collegato Agricolo” è stato previsto come parte integrante del progetto di riforma dell’ippica nazionale.

Questa situazione ha effetti concreti: molti gestori di ippodromi esitano a investire in miglioramenti strutturali, non avendo certezze sui tempi e sull’entità dei finanziamenti futuri. Un circolo vizioso che rischia di ritardare proprio quella modernizzazione che la riforma vorrebbe stimolare.

La soluzione potrebbe essere l’introduzione di un meccanismo di anticipazione dei fondi, che permetta agli operatori di accedere a una parte dei finanziamenti previsti anche prima dell’approvazione definitiva della legge, magari a fronte di impegni vincolanti su progetti specifici già valutati positivamente.

Il confronto internazionale: cosa possiamo imparare dagli altri paesi

Un’analisi della riforma non sarebbe completa senza un confronto con quanto accade in altri paesi dove l’ippica mantiene una posizione di rilievo. Francia, Regno Unito, Australia e Giappone offrono modelli diversi, con elementi di successo che potrebbero essere adattati al contesto italiano.

Il modello francese, in particolare, potrebbe fornire spunti interessanti. In Francia, il PMU (Pari Mutuel Urbain) reinveste sistematicamente una percentuale significativa dei ricavi dalle scommesse nel miglioramento della filiera ippica, con risultati evidenti in termini di qualità degli impianti e dei montepremi.

In Australia, invece, l’integrazione tra ippica e tecnologia ha raggiunto livelli avanzati, con sistemi di scommessa mobile all’avanguardia e contenuti multimediali che arricchiscono l’esperienza degli appassionati anche a distanza.

Il Giappone, dal canto suo, ha saputo trasformare le giornate di corse in veri e propri eventi di intrattenimento, capaci di attrarre un pubblico variegato, non solo scommettitori abituali.

La riforma italiana sembra aver colto alcuni di questi spunti, ma c’è ancora margine per un’implementazione più decisa e organica delle best practice internazionali.

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L’impatto sul mondo delle scommesse: opportunità e rischi

La riforma del settore ippico avrà inevitabilmente ripercussioni sul mondo delle scommesse, che rappresenta il principale motore economico dell’intero comparto. Le innovazioni introdotte, come il “Take Five Plus” e l’unificazione dei totalizzatori, hanno il potenziale per rilanciare l’interesse degli scommettitori. Tuttavia, il successo non è automatico e dipenderà da diversi fattori.

In primo luogo, sarà fondamentale una comunicazione efficace delle novità. Molti potenziali scommettitori non sono a conoscenza delle opportunità offerte dall’ippica, o hanno un’immagine datata e poco attraente di questo mondo. Una campagna di marketing mirata, che enfatizzi gli aspetti più emozionanti e le possibilità di vincita, potrebbe fare la differenza.

In secondo luogo, l’integrazione con le piattaforme di scommesse online dovrà essere impeccabile. Gli scommettitori contemporanei sono abituati a interfacce intuitive, dati in tempo reale e possibilità di giocare da dispositivi mobili. Qualsiasi frizione in questo processo potrebbe allontanare potenziali nuovi utenti.

Infine, la trasparenza sarà un elemento cruciale. In un’epoca in cui la fiducia nelle istituzioni e nei sistemi di gioco è spesso messa in discussione, garantire processi chiari e verificabili è essenziale per attrarre e mantenere gli scommettitori.

Il ruolo della tecnologia: innovazione come motore del cambiamento

La tecnologia rappresenta un fattore chiave per il rilancio dell’ippica, e la riforma sembra averlo compreso, almeno nelle intenzioni. Diversi aspetti della modernizzazione tecnologica meritano un approfondimento.

Gli ippodromi del futuro dovranno offrire un’esperienza digitalmente arricchita. Sistemi di realtà aumentata che forniscono informazioni in tempo reale sui cavalli e sui fantini, applicazioni dedicate che permettono di piazzare scommesse e ricevere aggiornamenti, schermi interattivi che mostrano statistiche e replay – sono tutti elementi che possono trasformare radicalmente la fruizione delle corse.

Alcuni ippodromi italiani hanno già iniziato questo percorso. L’ippodromo di San Siro a Milano, ad esempio, ha recentemente implementato un sistema di tag NFC sui programmi cartacei, che permette agli spettatori di accedere a contenuti digitali aggiuntivi semplicemente avvicinando lo smartphone.

Analisi dei dati per scommesse più informate

Un altro ambito di innovazione riguarda l’analisi dei dati. Le moderne tecnologie di big data e intelligenza artificiale permettono di elaborare enormi quantità di informazioni su cavalli, prestazioni passate, condizioni delle piste e molti altri fattori.

Questi strumenti, se resi accessibili agli scommettitori in forma semplificata, potrebbero rendere le scommesse ippiche più attraenti per un pubblico che cerca decisioni informate e non solo fortuna. La riforma prevede la creazione di una piattaforma dati centralizzata, ma i dettagli sulla sua implementazione e accessibilità sono ancora da definire.

Inoltre, la diffusione delle corse attraverso streaming di alta qualità e contenuti multimediali dedicati è un altro tassello fondamentale. In un’epoca in cui l’attenzione è una risorsa scarsa, offrire contenuti accattivanti e facilmente fruibili è essenziale per conquistare nuove fasce di pubblico. La riforma prevede investimenti in questo ambito, con la creazione di un canale streaming unificato e la produzione di contenuti di approfondimento, come documentari sui protagonisti dell’ippica e tutorial per neofiti delle scommesse.

La sostenibilità economica: verso un modello di autofinanziamento

Un aspetto cruciale, che la riforma affronta solo parzialmente, riguarda la sostenibilità economica di lungo periodo del settore ippico. L’obiettivo ideale sarebbe quello di passare da un modello basato prevalentemente su sovvenzioni pubbliche a uno capace di generare ricavi sufficienti a sostenere l’intera filiera.

Questo passaggio richiede un approccio multidimensionale. Da un lato, l’incremento delle scommesse rimane fondamentale. Dall’altro, è necessario diversificare le fonti di entrata degli ippodromi, trasformandoli in luoghi di intrattenimento a 360 gradi: concerti, eventi aziendali, attività educative, ristorazione di qualità – sono tutte possibili integrazioni al core business delle corse.

Alcuni ippodromi hanno già iniziato questa trasformazione. L’ippodromo delle Capannelle a Roma, ad esempio, ospita regolarmente concerti e festival che attirano decine di migliaia di persone, molte delle quali non frequenterebbero l’impianto per le sole corse.

Un altro modello interessante è quello degli “ippodromi resort”, che integrano strutture ricettive, spa, ristoranti gourmet e attività equestri ricreative. È un formato già consolidato in paesi come Stati Uniti e Dubai, che potrebbe trovare spazio anche in Italia, soprattutto in zone a forte vocazione turistica.

Una riforma ambiziosa, ma la strada è ancora lunga

La riforma del settore ippico italiano rappresenta indubbiamente un passo significativo verso la modernizzazione e la sostenibilità di una filiera che ha attraversato anni difficili. L’approccio sembra più organico e lungimirante rispetto ai tentativi precedenti, con una visione che abbraccia diversi aspetti: finanziari, strutturali, tecnologici ed etici. Tuttavia, come abbiamo visto, permangono criticità e zone d’ombra che dovranno essere affrontate nei prossimi mesi. La disparità tra ippodromi, i tempi incerti di attuazione, la necessità di una più ampia partecipazione degli stakeholder sono tutti nodi che richiederanno attenzione e soluzioni concrete.

Il successo della riforma dipenderà in larga misura dalla capacità di implementazione e dalla coerenza nell’applicazione dei principi enunciati. Le esperienze passate insegnano che spesso è proprio nella fase attuativa che si perdono le ambizioni iniziali, soprattutto quando si tratta di riforme complesse che toccano interessi consolidati. Un monitoraggio costante e trasparente sarà essenziale per garantire che gli obiettivi della riforma vengano effettivamente perseguiti e che i fondi stanziati siano utilizzati in modo efficiente e mirato.

L’ippica italiana ha tutte le potenzialità per tornare a essere un settore vitale e rilevante nel panorama sportivo e economico nazionale. La tradizione è ricca, la competenza tecnica non manca, la passione di addetti ai lavori e appassionati rimane viva nonostante le difficoltà.

La riforma del 2025 potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, ma solo se alla visione seguiranno azioni concrete e coerenti. Il mondo del cavallo attende con speranza, ma anche con una buona dose di realismo, dettato dall’esperienza dei tentativi passati.o il campionato – ma su quale operatore saprà reinventare il rapporto con i propri utenti, trasformando un’industria spesso criticata in un modello di innovazione, responsabilità e valore condiviso.

Autore

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Alberto Lattuada


Project Coordinator di Metodo Scommesse. Sono un esperto di betting e lavoro da oltre due anni fianco a fianco di chi vuole guadagnare con le scommesse e il Matched Betting. Sempre alla ricerca di nuove soluzioni per i clienti, mi sono specializzato anche nel web marketing, nella gestione dei Social Media e nell’arte della Seo. Qualità che mi permettono di capire a fondo le richieste del pubblico, elemento fondamentale per portare avanti un business di successo


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